Prima di andare troppo avanti, lascio i miei primi commenti (tanto con Proust non c'è rischio di spoiler!
): l'inizio è abbastanza pesante, ci sono molte riflessioni e minuziosamente descritte, come è facile immaginarci dal nostro Marcel.
Questa volta l'oggetto di tali elucubrazioni mentali è il
nome dei Guermantes, presso il cui palazzo il Narratore e la sua famiglia sono andati ad abitare; non a caso dico il "nome", perchè come sappiamo uno degli interessi maggiori di Proust è quello di mettere in relazione il nome al suo contenuto (significante e significato?), ma anche alle aspettative che il nome suscita in chi lo ascolta, e che a partire da queste si costruisce tutto un castello di presunte verità, alle quali dovrebbe corrispondere poi il contenuto di quel nome... Non solo! Tutto questo deve fare i conti anche con il contesto (temporale e geografico) in cui queste aspettative sono nate e si sono nutrite, per cui abbiamo tutta una serie di idee/percezioni sui Guermantes, una diversa dall'altra, che scandiscono la vita del Narratore nelle sue varie fasi...
Inutile dire che come da copione (ormai lo conosciamo), tutte queste aspettative/idee/percezioni non corrispondono mai alla realtà, ma il Nostro (da copione anche qui!) insiste caparbiamente nel volerci credere fino alla fine, per cui non si capacita di come una famiglia così aristocratica come i Guermantes, che secondo lui non ha nulla da spartire con i comuni mortali, possa essere composta di persone vere,
normali aura:, che si aggiustano il cappellino davanti allo specchio e che distribuiscono canditi agli amici come farebbe una persona qualunque e non un dio...