Diritti umani e pena di morte

Shoshin

Goccia di blu



“Quando sono arrivato a Manus, ho creato un’altra immagine di me stesso: ho immaginato uno scrittore in una prigione remota. A volte lavoravo mezzo nudo accanto ai recinti della prigione e immaginavo un romanziere rinchiuso proprio lì, in quel posto. Questa immagine è stata di grande aiuto per me. Per anni l’ho tenuta a mente…"
 

qweedy

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30 novembre, Giornata delle città per la vita, contro la pena di morte.
Cities for Life: più di duemila città nel mondo hanno detto sì alla vita e no all'odio e alla pena di morte

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Ogni anno, il 30 novembre, per ricordare la data in cui nel 1786 il Granducato di Toscana, primo stato al mondo, abolì la pena capitale dal proprio ordinamento giuridico, centinaia di monumenti vengono illuminati nel mondo, come segno tangibile dell'adesione alla più grande mobilitazione contemporanea planetaria, nata con lo scopo di indicare una forma più alta e civile di giustizia.

Più di 2000 città in Italia e nel mondo oggi illumineranno i loro monumenti, accogliendo la proposta della Comunità di Sant'Egidio affinchè "si diffonda una cultura di pace e rispetto della vita umana e presto sia abolita la pena di morte in ogni parte del mondo".
 

Shoshin

Goccia di blu
Oggi ho ricevuto una mail
da Amnesty International...

Il 7 gennaio la Corte di appello di Istanbul ha confermato la condanna a 5 anni e 10 mesi di Ahmet Altan. Lo scrittore turco di fama internazionale dovrà scontare ulteriori 10 anni e sei mesi per una precedente condanna.
Dietro questa decisione non c’è altro che la volontà di punire ulteriormente una persona determinata a non restare in silenzio. Quello che stanno facendo ad Ahmet Altan è un'ingiustizia. Lo scrittore turco è un prigioniero di coscienza e deve essere rilasciato immediatamente e incondizionatamente.


https://www-repubblica-it.cdn.amppr...tore_altan_ingiustizia_scandalosa_-241007508/



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qweedy

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Oggi ho ricevuto una mail
da Amnesty International...

Il 7 gennaio la Corte di appello di Istanbul ha confermato la condanna a 5 anni e 10 mesi di Ahmet Altan. Lo scrittore turco di fama internazionale dovrà scontare ulteriori 10 anni e sei mesi per una precedente condanna.
Dietro questa decisione non c’è altro che la volontà di punire ulteriormente una persona determinata a non restare in silenzio. Quello che stanno facendo ad Ahmet Altan è un'ingiustizia. Lo scrittore turco è un prigioniero di coscienza e deve essere rilasciato immediatamente e incondizionatamente.

Qui si può firmare l'appello:
https://www.amnesty.it/

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"Sto scrivendo nella cella di una prigione.
Prima di cominciare ad impietosirvi, però, ascoltate ciò che ho da dire.
Sì, sono stato rinchiuso in una prigione di alta sicurezza in mezzo al nulla.
Sì, vivo in una cella le cui porte di ferro si aprono e si chiudono con rumori pesanti.
Sì, i pasti mi vengono serviti attraverso una fessura nella porta.
Sì, anche il piccolo cortile con il suo pavimento di pietra dove cammino avanti e indietro, è coperto da sbarre.
Sì, non posso vedere nessuno tranne il mio avvocato e i miei figli; non mi è nemmeno concesso di scrivere ai miei cari.
Tutto questo è vero, ma non è tutta la verità".


Questi sono alcuni struggenti versi di Ahmet Altan, giornalista e scrittore turco, nato ad Ankara nel 1950.
Ahmet Altan non si è fatto limitare dalle sbarre della propria cella e ha scritto parole toccanti che descrivono la sua sensazione di libertà, nonostante tutto:

"Ho amici in tutto il mondo che mi aiutano a viaggiare, anche se non ho mai incontrato la maggior parte di loro.
So di essere uno schizofrenico finché tutte queste persone abitano solo nella mia testa. Ma so anche che sono uno scrittore e che un giorno tutti si ritroveranno tra le pagine di un libro.
Sono uno scrittore. Ovunque voi mi chiuderete, io viaggerò per il mondo sulle ali dei miei pensieri".
 

Shoshin

Goccia di blu
Qui si può firmare l'appello:
https://www.amnesty.it/

D0CD205E-7B38-4D5F-9595-0BB9FC14AAD1.jpeg


"Sto scrivendo nella cella di una prigione.
Prima di cominciare ad impietosirvi, però, ascoltate ciò che ho da dire.
Sì, sono stato rinchiuso in una prigione di alta sicurezza in mezzo al nulla.
Sì, vivo in una cella le cui porte di ferro si aprono e si chiudono con rumori pesanti.
Sì, i pasti mi vengono serviti attraverso una fessura nella porta.
Sì, anche il piccolo cortile con il suo pavimento di pietra dove cammino avanti e indietro, è coperto da sbarre.
Sì, non posso vedere nessuno tranne il mio avvocato e i miei figli; non mi è nemmeno concesso di scrivere ai miei cari.
Tutto questo è vero, ma non è tutta la verità".


Questi sono alcuni struggenti versi di Ahmet Altan, giornalista e scrittore turco, nato ad Ankara nel 1950.
Ahmet Altan non si è fatto limitare dalle sbarre della propria cella e ha scritto parole toccanti che descrivono la sua sensazione di libertà, nonostante tutto:

"Ho amici in tutto il mondo che mi aiutano a viaggiare, anche se non ho mai incontrato la maggior parte di loro.
So di essere uno schizofrenico finché tutte queste persone abitano solo nella mia testa. Ma so anche che sono uno scrittore e che un giorno tutti si ritroveranno tra le pagine di un libro.
Sono uno scrittore. Ovunque voi mi chiuderete, io viaggerò per il mondo sulle ali dei miei pensieri".


...Sono uno scrittore.
Non sono né là dove sono, né là dove non sono.
Ovunque voi mi chiuderete, io viaggerò per il mondo sulle ali dei miei pensieri.
Inoltre, ho amici in tutto il mondo che mi aiutano in questi miei viaggi, anche se la maggior parte di loro non ho mai visto.
Ogni occhio che legge ciò che scrivo, ogni voce che nomina il mio nome, mi prende per la mano come una piccola nuvola e mi fa volare sopra pianure, fonti, boschi, mari, città e strade. Con gesti semplici mi ospitano nelle loro case, nelle loro sale e stanze.
In una cella della prigione, esploro tutto il mondo.
Avete indovinato: Possiedo l’arroganza divina che raramente si confessa, ma che appartiene a tutti gli scrittori e che viene trasmessa da generazione in generazione. Possiedo la sicurezza che cresce come una perla nel duro guscio della letteratura. Dietro il rifugio dei miei libri sono inviolabile.
Scrivo in una cella di prigione.
Ma non sono in prigione.
Sono uno scrittore.

Non sono né là dove sono, né là, dove non sono.
Mi potete chiudere, ma non mi potere fermare.
Poiché io ho il potere di tutti gli scrittori. Posso, senza sforzo, attraversare muri...
 

qweedy

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Padre Alex Zanotelli “La mia generazione sarà ricordata come quella che ha distrutto il pianeta”

“Trentadue uomini più ricchi al mondo hanno tanto quanto 4 miliardi e 800 milioni di persone più povere” questa è la fotografia della situazione mondiale.
Più in generale l’1% della popolazione popolazione mondiale, ha tanto quanto il 99% della popolazione mondiale”.

Tre miliardi di persone – ha spiegato – vivono con meno di 2 dollari al giorno, mentre nei paesi occidentali si butta ogni anno 1 miliardo e 800 milioni di cibo: “Davanti a tanta fame e a tanta miseria devi per forza scappare. Le migrazioni sono strutturali ad un sistema costruito così profondamente ingiusto. Mai come oggi abbiamo creato così tanta ricchezza, ma mai come oggi questa ricchezza è mal distribuita”.

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“La mia generazione – ha proseguito padre Alex – sarà ricordata come quella che ha distrutto il pianeta per privilegiare il 10% dei suoi abitanti a discapito del restante 90. E per conservare questi privilegi spende, ogni anno, miliardi di dollari in armi.

Ciascuno può fare qualcosa nella sua vita di tutti i giorni per modificare questo stato di cose, ha concluso Zanotelli: scegliendo ciò che acquista, la banca dove deposita i suoi soldi, la sostenibilità dello stile di vita che adotta per se e la propria famiglia”

Padre Alex si è poi soffermato sulle spese militari spiegando che “quello che permette a chi ha di continuare ad avere e ad avere sempre di più, sono le armi. Lo scorso anno a livello mondiale sono stati spesi 5 miliardi di dollari al giorno in armi. Solo l’Italia lo scorso hanno ha speso 25 miliardi di euro. Lavoriamo perché tutti i popoli possano avere un minimo di ricchezza e perché tutti gli uomini possano avere pari dignità”.

Saronno, 9.1.2020


Leggendo i suoi libri, stupisce la forza profetica con cui padre Alex Zanotelli grida nel deserto.
 
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Shoshin

Goccia di blu
Nenous che scolpisce i sogni.

Io spero che Nenous possa continuare a
seguire i suoi sogni,scolpendoli
nella pietra per renderli eterni.
Ho conosciuto tempo fa la sua storia.
Non ho trovato notizie nuove su di lui.
Ma mi piace farlo conoscere e lasciare
una sua traccia nell'angolo
dedicato ai Diritti Umani.
Avere sogni e speranze è un diritto.
Poter vivere nell'arte e nella cultura è un diritto.
Potersi sentire liberi nella propria espressione
è un diritto inalienabile.
Questo giovane ragazzo è il simbolo di un mondo
che non si piega alla crudeltà, e non ha paura di
reagire alla cupa minaccia del buio delle idee.


https://www-artspecialday-com.cdn.a...016/11/21/combattere-isis-arte-nenous-thabit/

https://youtu.be/2LCveAUk-6E


 

Shoshin

Goccia di blu


Tutto cambia quando si vive un'esperienza come
quella narrata da Liliana Segre al Parlamento Europeo.
Lo sguardo si allarga e diventa profondo.
Il cuore costruisce intorno alla sua memoria
uno spazio per resistere e sopravvivere.
 

qweedy

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Tutto cambia quando si vive un'esperienza come
quella narrata da Liliana Segre al Parlamento Europeo.
Lo sguardo si allarga e diventa profondo.
Il cuore costruisce intorno alla sua memoria
uno spazio per resistere e sopravvivere.

E' un discorso lucidissimo e illuminante.

«La gente mi domanda perché c’è ancora l’antisemitismo, perché c'è il razzismo. Io rispondo che ci sono sempre stati. Solo che prima non c’era il momento politico per poter tirar fuori l’antisemitismo e il razzismo, che sono insiti nell'animo dei poveri di spirito. Poi i momenti arrivano. Arrivano i momenti in cui ci si volta dall'altra parte, in cui è più facile far finta di niente»
 

qweedy

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In mezzo a due libri, uno bianco e uno nero, Rula Jebreal legge le frasi delle canzoni più belle della musica italiana, parole d’amore messe a confronto con le accuse più dure riservate alle donne vittime di violenza.

Un monologo da ascoltare assolutamente:

“Mia madre Nadia ha perso il suo ultimo treno quando avevo cinque anni, si è suicidata – dice con coraggio -. Il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi, perché fu stuprata due volte: a 13 anni da un uomo e poi da un sistema che l’ha obbligata al silenzio. L’uomo che l’ha violentata aveva le chiavi di casa”.

“Sono cresciuta in un orfanotrofio – svela la giornalista -, noi bambine raccontavamo le nostre storie, favole tristi, di figlie sfortunate. Ci raccontavamo delle nostre madri, spesso stuprate, torturate e uccise”.

“Io amo le parole, ho imparato, venendo da un luogo di guerra, a credere alle parole per rendere il mondo un posto migliore – dice rivolta al pubblico, gli occhi che luccicano, ma la voce ferma -. Negli ultimi tre anni sono 3.150.000 donne che hanno subito violenza sul luogo di lavoro, negli ultimi due anni 1 donna ogni 15 minuti ha subito violenze, sei donne solo nell’ultima settimana. Spesso l’uomo non deve neanche bussare perché ha le chiavi di casa”.

“Parlo agli uomini: lasciateci essere quelle che siamo, madri, casalinghe, in carriera. Siate nostri complici indignatevi insieme a noi […] Domani guardate pure come eravamo vestite noi donne a Sanremo, ma che non si chieda più a una donna stuprata come era vestita. Non vogliamo più avere paura, essere vittima, essere una quota. Lo devo a mia madre, a tutte le madri, e anche a me stessa, alle nostre figlie, alle bambine: nessuno può permettersi di toglierci il diritto di addormentarci come in una favola”.
 

qweedy

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"Facciamo rumore perché nessuno possa pensare di trattarlo come Giulio Regeni"
Su Change.org c'è la petizione per questo studente dell'Università di Bologna. "Torturato, rischia accusa di terrorismo"
Eipr chiede «l’immediato rilascio di Patrick George Zaki e la fine di «continue minacce e detenzioni arbitrarie a professionisti dei diritti umani, membri di gruppi di società civile e giornalisti.


Forse la tutela degli interessi commerciali prevarrà, come è avvenuto per Giulio Regeni?

"Pecunia non olet. Nel 2018 è decuplicato a oltre 69 milioni di euro l’export militare italiano verso l'Egitto, paese violatore seriale di diritti umani e con cui l'Italia vede aperto da 4 anni il contenzioso sull'assassinio a Il Cairo di Giulio Regeni"
E’ polemica dopo le indiscrezioni sulla vendita da parte di Fincantieri di due navi militari all'Egitto. L’operazione potrebbe riguardare due fregate di ultima generazione, della classe Fremm, la 'Spartaco Schergat' e la 'Emilio Bianchi'. Il valore della commessa è di circa 1,2 miliardi di euro.
La trattativa gestita da Palazzo Chigi e Fincantieri.
 
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qweedy

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Qui si può firmare l'appello di Amnesty International per Patrick:

https://www.amnesty.it/

safe_image.php


Patrick George Zaky, attivista e ricercatore egiziano di 27 anni, si trova dall’8 febbraio in detenzione preventiva nella città di Mansoura. Ha già subito minacce ed è stato picchiato e torturato con scosse elettriche.
 

qweedy

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Nell’opera dell’artista Laika, il giovane dottorando dell’università di Cambridge ucciso all’inizio del 2016 rassicura Zaky, arrestato venerdì scorso.
Il murales è apparso la scorsa notte a Roma in via Salaria, sul muro che circonda Villa Ada, a pochi passi dell’Ambasciata d’Egitto. Davanti alle due figure campeggia la parola “Libertà” scritta in lingua araba.

“‘Stavolta andrà tutto bene’ ha un doppio significato”, dice Laika. “Serve a rassicurare Patrick, ma soprattutto a mettere davanti alle proprie responsabilità il governo egiziano e la comunità internazionale. Non si può permettere che quanto accaduto a Giulio Regeni e a troppi altri, avvenga di nuovo. Stavolta deve andare tutto bene. Mi auguro che questa vicenda vada a finire bene e che Zaki venga liberato il prima possibile. Spero anche che, pur non essendo un cittadino italiano, il nostro paese possa vigilare su quanto sta accadendo".

https://www.huffingtonpost.it/entry...Z2ZqheYusT6RVkSNtZamQkYES98NMk46_twb6rdgikQUg

per firmare l'appello:
https://www.amnesty.it/
 

qweedy

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Il tribunale di Mansura ha respinto stamattina la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Patrick George Zaky, al termine di un'udienza durata appena 10 minuti.

Patrick George Zaki è un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.

Il Parlamento egiziano dichiara l'ingerenza dell'Unione Europea negli affari interni "inaccettabile e un attacco contro il potere giudiziario egiziano".

Roma, cancellato il murale con l’abbraccio di Regeni a Zaki sul muro dell'ambasciata egiziana.
 
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