Continuando a rimuginare a fine lettura....
Fin dall'inizio sembra che Silvie abbia ben chiaro cosa vuole dalla vita e veda il suo corpo e la sua bellezza come il mezzo per ottenerla.
Tutto procede come ha pianificato fino alla fine: quando racconta a Marie tutti i compromessi, i tradimenti, la degradazione che ha dovuto passare per raggiungere il suo scopo, non mostra un minimo di rimpianto, o rimorso.
Ma poi, quando ci è arrivata, quando finalmente ha raggiunto quello che desiderava, l'agiatezza economica, la rivincita su una classe alto-borghese che l'ha considerata sempre merce d'uso, sembra quasi implodere su stessa, come se comunque il conto le fosse presentato e non ci fossero scorciatoie per nessuno per non pagarlo salato.
Quindi mentre Silvie in qualche modo è un personaggio che evolve, che ha una sua parabola, Maria rimane granitica. Cioè, è vero quello che dice qweedy, alla fine Maria sembra la padrona e Silvia ne è succube, ma l'idea è che Maria ha solo aspettato, che in cuor suo fosse già in questo ruolo, anche incosapevolmente.
Come se Silvia avesse vissuto per entrambe, e fosse adesso l'unica che paga per tutte e due.
Più che penso questa lettura più che mi si aprono diversi e innumerevoli piani di riflessione e interpretazione. Veramente un gran libro!