La poesia del giorno....

qweedy

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Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda
fuori di me

Sono lontano colla mia memoria
dietro a quelle vite perse
Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito

Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
morto

Ma Dio cos’è?

E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta

E si sente
riavere.

Giuseppe Ungaretti - "Risvegli"
 

qweedy

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Amore a prima vista

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
È bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi, credono
che non sia mai successo nulla tra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro,
se non ricordano,
una volta un "faccia a faccia"
in qualche porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio tempo
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando una risata
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o lo scorso martedì
una fogliolina volo via
da una spalla a un'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito,
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

Wislawa Szymborska
 

qweedy

Well-known member
Ricordo che in passato
le amiche e gli amici miei coetanei,
o comunque della mia generazione,
mi parlavano spesso dei loro successi:
il lavoro a gonfie vele,
i figli impeccabili e perfetti,
la seconda auto appena comprata,
la villa al mare o in montagna
restaurata da poco.

Tutti tesi a raggiungere le vette più alte.

Me ne sono resa conto perché, dopo che
noi tutti abbiamo superato i cinquanta,
gli stessi amici mi riferiscono solo guai,
problemi, malattie, depressioni,
delusioni e insuccessi.
I tempi, certo, sono cambiati,
ma direi soprattutto che il traguardo
dei cinquanta cela, per molti,
una brutta sorpresa:
l’inizio della fine di tutte le illusioni.

Tutti giù per la scarpata, rotoloni?

Così è come se fino ai cinquanta
la vita venisse tutta spesa ad ottenere
e realizzare qualcosa, qualsiasi cosa,
penso alla carota appesa davanti al muso dell’asino o del cavallo per indurlo
ad andare e andare.
Ai cinquanta la carota ci vien tolta.

Per andare, si va avanti lo stesso,
ma si è rosi da un dubbio, un’incertezza: possibile che la vita fosse solo una carota?

Giulia Niccolai, da “Frisbees della vecchiaia”
 

gamine2612

Together for ever
La gioia
E' un'emozione cosi appagante che ti avvolge
la gioia che ti sfiora ed arriva improvvisamente.

Un fiore, un paesaggio, un cucciolo, una musica,
il sorriso di un infante,
l'abbraccio di chi senti più vicino al tuo profondo.

La gioia viene e va e può nascondersi ai tuoi sensi.
Afferrala, fanne tesoro sino a quando potrai,
che i giorni "blue" gravano come oscure nubi all'orizzonte


(Anonimo)
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff

LIBERTÀ – PAUL ÉLUARD​


Su i quaderni di scolaro
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome

Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome

Su le immagini dorate
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome

Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell’infanzia
Scrivo il tuo nome

Su i miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate
Scrivo il tuo nome

Su tutti i miei lembi d’azzurro
Su lo stagno sole sfatto
E sul lago luna viva
Scrivo il tuo nome

Su le piane e l’orizzonte
Su le ali degli uccelli
E il mulino delle ombre
Scrivo il tuo nome

Su ogni alito di aurora
Su le onde su le barche
Su la montagna demente
Scrivo il tuo nome

Su la schiuma delle nuvole
Su i sudori d’uragano
Su la pioggia spessa e smorta
Scrivo il tuo nome

Su le forme scintillanti
Le campane dei colori
Su la verità fisica
Scrivo il tuo nome

Su i sentieri risvegliati
Su le strade dispiegate
Su le piazze che dilagano
Scrivo il tuo nome

Sopra il lume che s’accende
Sopra il lume che si spegne
Su le mie case raccolte
Scrivo il tuo nome

Sopra il frutto schiuso in due
Dello specchio e della stanza
Sul mio letto guscio vuoto
Scrivo il tuo nome

Sul mio cane ghiotto e tenero
Su le sue orecchie dritte
Su la sua zampa maldestra
Scrivo il tuo nome

Sul decollo della soglia
Su gli oggetti familiari
Su la santa onda del fuoco
Scrivo il tuo nome

Su ogni carne consentita
Su la fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Scrivo il tuo nome

Sopra i vetri di stupore
Su le labbra attente
Tanto più su del silenzio
Scrivo il tuo nome

Sopra i miei rifugi infranti
Sopra i miei fari crollati
Su le mura del mio tedio
Scrivo il tuo nome

Su l’assenza che non chiede
Su la nuda solitudine

Su i gradini della morte
Scrivo il tuo nome

Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome

E in virtù d’una Parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti

Libertà.
 

qweedy

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Certi alberi

Questi sono stupefacenti: accosto
ciascuno al vicino, come se il discorso
fosse una messa in scena silente.
Dandoci stamane casualmente

appuntamento così tanto via
dal mondo quanto in armonia
con esso, io e te
siamo d’improvviso ciò che

gli alberi cercano di dirci
che siamo: che il loro mero esserci
ha significato; che potremo toccare
presto, e amare e spiegare.

E lieti di non avere inventato
noi tale grazia, ne siamo circondati:
un silenzio già colmo di rumori,
una tela su cui affiori

un coro di sorrisi, d’inverno, un mattino.
Posti in una luce sconcertante, e in cammino,
i nostri giorni indossano una tale reticenza
che questi accenti paiono la loro stessa resistenza.

John Ashbery
Da Certi alberi (1956)
 

qweedy

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Il canto che non varia
delle cicale; il ciel tutto turchino;
intorno a me, nel gran prato supino,
due fili d'erba immobili nell'aria.

Un sopor dolce, una straordinaria
calma m'allenta i muscoli. Persino
dimentico di vivere. Mi chino
coi labbri ad una bocca immaginaria…

E sento come divenute enormi
le membra. Nel torpore che lo lega,
mi pare che il mio corpo si trasformi.

Forse in macigno. Rido. Poi mi butto
bocconi. Nell'immensa afa s'annega
con me la mia miseria, il mondo, tutto.

"Afa di luglio" di Camillo Sbarbaro
da "Resine", Caimo, 1911
 

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Quando cadono a terra
i grandi fiori si aprono,
come se esplodessero
dei fuochi d'artificio.

Che bello,
che bello sarebbe,
se si versassero risate,
come si versano lacrime.

Kaneko Misuzu
(1903-1930 poetessa giapponese)
 

qweedy

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Durante tutto il viaggio

"Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
… io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell’afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia."

Nazim Hikmet
 

qweedy

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Mi concedo l’onore di rassegnarmi
solo questa notte
come riposo
domattina presto aprirò gli occhi
sarò un’altra volta coraggioso e ordinario
ribelle con le mani in tasca
eterno con la morte all’occhiello.

Solo questa notte
sentirmi vinto
umile
devastato
fatto e disfatto con avanzi di Dio
qui a sognare senza permesso
a mentire senza speranza.

Domani alle sette aprirò gli occhi
e un’altra volta mi darò da fare senza lamentarmi
e ascolterò il frastuono universale
senza che m’ingannino rumori secondari.

(Mario Benedetti - da “Rumori secondari”)
 

qweedy

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RUPI KAUR
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qweedy

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Signore, a fare data dal mese prossimo
voglia accettare le mie dimissioni.
E provvedere, se crede, a sostituirmi.
Lascio molto lavoro non compiuto,
Sia per ignavia, sia per difficoltà obiettive.
Dovevo dire qualcosa a qualcuno,
ma non so più che cosa e a chi: l'ho scordato.
Dovevo anche dare qualcosa,
una parola saggia, un dono, un bacio;
ho rimandato da un giorno all'altro. Mi scusi,
Provvederò nel poco tempo che resta.
Ho trascurato, temo, clienti di riguardo.
Dovevo visitare città lontane, isole, terre deserte;
le dovrà depennare dal programma
o affidarle alle cure del successore.
Dovevo piantare alberi e non l'ho fatto;
costruirmi una casa, forse non bella, ma conforme a un disegno.
Principalmente, avevo in animo un libro meraviglioso, caro signore,
che avrebbe rivelato molti segreti, alleviato dolori e paure,
Sciolto dubbi, donato a molta gente
Il beneficio del pianto e del riso.
Ne troverà traccia nel mio cassetto,
in fondo, tra le pratiche inevase;
Non ho avuto tempo per svolgerla.
È peccato, sarebbe stata un'opera fondamentale.

Primo Levi - “Le pratiche inevase”
 

qweedy

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Quella maglietta dell'Original Marines
che avevo messo nel sacco per la Caritas
l'ho vista oggi indosso a un rifugiato
era in mezzo ad un gruppo dove tutti
scherzavano e ridevano forte
e anche lui rideva

un altro me
però felice

serviva che venisse un ragazzo da lontano
attraversando illegalmente le frontiere
per mostrarmi
cosa posso diventare.

Francesco Tomada
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Quella maglietta dell'Original Marines
che avevo messo nel sacco per la Caritas
l'ho vista oggi indosso a un rifugiato
era in mezzo ad un gruppo dove tutti
scherzavano e ridevano forte
e anche lui rideva

un altro me
però felice

serviva che venisse un ragazzo da lontano
attraversando illegalmente le frontiere
per mostrarmi
cosa posso diventare.

Francesco Tomada
Mi scopro... l'ho scelta per il poeticbox!
 

qweedy

Well-known member
Mi sono distratto – oh, per poco, appena
quaranta, cinquant’anni – e mi ritrovo
di colpo, gli occhi abbarbagliati, in piena
vecchiaia, mia e del mondo. Niente è nuovo,

ora che le vivo, più delle cose
che ho vissuto aspettandole, aspettando
la vita, più delle, ma sì! famose
rose che ho colto come in trance, macchiandomi,

spesso e volentieri, di sangue … Eppure
c’ero anch’io quella volta, era il mio cuore,
erano i miei nervi, le mie giunture
a tremare di gioia e di terrore

per la tua venuta, sono sicuro
d’esserci già stato – o era già il futuro?

Giovanni Raboni (da “Quare tristis”, Mondadori 1998)
 

qweedy

Well-known member
STELLA CADENTE

Alcuni desideri si adempiranno,
altri saranno respinti. Ma io
sarò passata splendendo
per un attimo. Anche se nessuno
mi avesse guardata
risulterebbe ugualmente giustificato -
per quel lucente attimo - il mio esistere.

MARGHERITA GUIDACCI
 
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