Io trovo tristissimi i dialoghi dei film di fantozzi!
Alcuni dei miei preferiti eccoli qua:
Pulp fiction - Quentin Tarantino
Mia Wallace:Non odi tutto questo?
Vincent Vega:Odio cosa?
Mia Wallace:I silenzi che mettono a disagio. Perchè sentiamo la necessità di parlare di puttanate per sentirci più a nostro agio?
Vincent Vega:Non lo so, è un'ottima domanda
Mia Wallace:E' solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale. Quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.
Kill Bill - Quentin Tarantino
"L'elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e il suo alter ego. Batman è di fatto Bruce Wayne, L'Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia la mattina è Peter Parker: deve mettersi un costume per diventare l'Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l'unico nel suo genere. Superman non diventa Superman: Superman è nato Superman. Quando Superman si sveglia al mattino, è Superman. Il suo alter ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande 'S' rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono. Sono quelli i suoi vestiti. Quello che indossa come Kent, gli occhiali, l'abito da lavoro, quello è il suo costume. E' il costume che Superman indossa per mimetizzarsi fra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede. Quali sono le caratteristiche di Kent? E' debole, non crede in se stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana. Più o meno come Beatrix Kiddo è la moglie di Tommy Plympton."
Bill:"Non sei una cattiva persona, sei una persona fantastica, la persona che preferisco, peccato che di tanto in tanto sai essere una gran troia!".
"Quella donna merita la sua vendetta e noi meritiamo di morire, ma la cosa vale anche per lei e quindi… staremo a vedere"
V per Vendetta
Lettera di Valerie:* So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io.Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l'unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia.Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che "Dio è nella pioggia".Superai l'esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell'anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l'unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio… All'interno di quel centimetro siamo liberi.Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: "Le pianure di sale". Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita.Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra.A quel punto non ci furono più rose… per nessuno.Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come "fiancheggiatore" e "risanamento" divennero spaventose, mentre cose come "Fuoco Norreno" e "Gli articoli della fedeltà" divennero potenti. Ricordo come "diverso" diventò "pericoloso". Ancora non capisco perché ci odiano così tanto.Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me.Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell'ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l'unica cosa al mondo che valga la pena di avere.Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo.
Ricomincio da tre - Massimo Troisi
Gaetano spiega i limiti dell'amore a Robertino : <<Cioè il limite della…cioè, ecco, prima di tutto si parte dalla resistenza umana, no?, cioè prima di tutto mai più di cinque. Cioè non più di cinque quando un fa …quelle cose??? L'amore, no mai più di cinque. Cioè tu sei diplomato?>> <<Si!>> <<Mai più di quattro. Cioè mai più di quattro, ma…però, però bisogna misurare l'intensità, cioè mica uno ne fa quattrocosì, però con l'intensità che possono essere pure cinque, no? Se so quattro devi misurare che in una volta non ne dei fare due. Giusto, no? Per esempio, capita che uno fa una volta, sai, e ci mette tutta chella intensità che in una ne escono due. Allora che succede? Che quella volta in una ne hai fatte due, e come se te la sei bruciata, allora in quel caso mai più di tre, perché…cioè è un poco complicato come cosa, è un poco…,però dipende da quello che lo fa, quello che lo fa se ci ha proprio i sentimenti buoni che vuole darsi questo limite, no? allora se ne accorge se in una ne ha fatte due. Chiaramente perché se ne accorge proprio da come l'ha fatta, no, chiaro? Bravo, Robè….,Robè,Robè….Robè, siente a me, ccà nun cesta nisciuno limite, nessun diplomato e cosa, Robè…tu devi uscire, ti devi salvare, Robè, t'hanno chiuso dint' 'a stù museo, tu devi uscire, và mmiezo 'a strada, tocca 'e femmene, va a arrubbà, fa chello che vuo' tu!>> <<Ma mammina dice che ho i complessi nella testa.>> <<Fosse 'o Dio tu tiene l'orchestra intera, Robè tu ti devi salvare >> <<Mammina!!….>> <<Robè…..!!>> <<Mammina!,……mammina!!>> <<Ma vafanculo tu e mammina!!!>>
Troisi:Chello ch'è stato, basta, ricomincio da 3...cioè 3 cose me so riuscite dint a vita, pecchè aggia perdere pure chelle?
Troisi: "Io m' 'a sonno tutt' 'e notte. Mo' tengo 26 anni, m'aggia fatte tutte 'e guerre, quelle puniche, d'indipendenza, prima guerra mondiale, seconda...'o fatto bello è che nun aggio mai sparato a nisciuno. Ogni vota che sto pe sparà a qualcheduno 'o colpo o s'inceppa o mi cade davanti al fucile...giustamente 'o nemico mi vede e s'incattivisce pecchè dice tu mi volevi sparà, mo te faccio vedè io ... brangt brangt e mi spara...Secondo me è po' fatto che io soffro d'insonnia, pecché tutte 'e notte me vaco a durmì verso le due, le tre e chiaramente chi si va 'a dormì primma 'e me e si sogna pure isso 'a guerra e se sceglie le armi migliori... io arrivo 'e 2 e trovo tutt'o scarto 'e chille ca sè so ghiute 'a durmì 'e dieci, l'undici."
"pecché ... cunusce a Lello tu?"
Scusate il ritardo - Massimo Troisi
Senti Alfredo, cioè, nuje avimme pensato, tutte quante nuje, i figli, tutte quante accussì, avimme pensato, poiché venerdì è o' compleanno e' mammà, no? Non lo so, ce vulevemu fa' nu regalo, tutte quante insieme, no? E niente, avimm pensato e' ce fa a televisione, sta sempre annanz' a televisione, però tiene chille colori ca... a televisione fa nu pocu... e... niente, avimme pensato e ce fa tutte quante nuje, Patrizia e tutte cose, insieme metteveme 5.000 lire io, 5.000 lire Patrizia e nu milione e due tu...
Vincenzo: No padre, cioè l'ho detto già, non è per cattiveria che non voglio venì, è nu periodo che proprio non.. loro lo sanno. Mi sento abbattuto, triste, non lo so, nun c'ha facc a vedé altra gente che piange, veramente...
Don Pietro: Come gente? A' Madonna che è, gente?
Vincenzo: No, che c'entra, mica voglio dire che la Madonna è.. nun c'ha facc, è nu fatt mio, cioè so' io che sto così,e voglio vede' gente nu pocu cchiù... ca se fa... Sinceramente, se rideva ci venivo.
Don Pietro: Sì, la Madonna rideva!!
Vincenzo: Perché? Sempre miracolo è. Cioè na statua o ride o piange è nu miracolo.
Non ci resta che piangere - Troisi, Benigni
Doganiere: Chi siete? (...) Cosa portate? (...) Sì, ma quanti siete? (...) Un fiorino!
Mi dispiace non esser riuscita a trovare altri dialoghi di Scusate il ritardo, in particolare quello tra Troisi e la DeSio circa la sua influenza mentre lui è a letto malato e quello sempre tra i due in cui Troisi spiega che era il terzo della classe perchè prima di lui c'era un ragazzino che era bravo davvero e l'altro che era raccomandato e quando lo interrogavano in geografia parlava sempre del Giappone. Vedrò di trovarli.
Invece di "non ci resta che piangere" non sono riuscita a trovare il dialogo tra Troisi e la Sandrelli sulla canzoni/poesie che Troisi scrive e quello tra Troisi e Benigni quando passano sotto una finestra mentre la donna svuota un orinale.
Chi ha visto i film in questione sa di cosa sto parlando!