giorgione vive e lotta insieme a noi.
Mi riaggancio a quanto detto prima. Mettere i paletti significa definire i termini nel preciso significato che gli si vuole dare in una determinata discussione, e su questa base tirar fuori qualche piccolo punto fermo, principalmente formale. Pur in una discussione ad ampio raggio, dove non si ricerca (per fortuna) la verità fatta e finita, credo che sia utile perchè indirizza il nostro pensiero verso un "terreno fertile", tenendo fuori le aree dove potrebbe perdersi e non dare frutti.
Sull'ultima domanda, ti annuncio che per stasera sono andato ufficialmente in tilt, aggiorno il sistema e magari ci riprovo.
...la natura, io credo, al contrario di noi non si è posta il problema...
La matematica è la soluzione facile? Secondo voi può essere questa una semplice risposta al tutto? Restando certo il fatto che per poter tradurre ed interpretare il tutto occorra qualcuno che sappia parlare il suo linguaggio.
PS. Perché nei secoli la Matematica si è ramificata in così tante discipline?
La mia risposta è che il nostro cervello deve compartimentare, ordinare, dare nomi e definizioni per comprendere l'infinita complessità di ciò che ci circonda.
E' la nostra ragione ad essere limitata, non la Matematica. La Matematica ci dà tutte le risposte che vogliamo, a patto che riusciamo a farle le giuste domande.
Ed è proprio questo il limite che con l'andare avanti nel tempo tentiamo di superare, quello di fare le domande giuste, e, man mano che le troviamo, scopriamo cose nuove.
Quelle sono grandezze misurate sui viventi, enti notoriamente autoproducentesi; cosa diciamo allora del fatto che gli umani, come tutte le fiere evolute, abbiano due occhi? O delle cinque dita per mano? Esiste una legge anche per tutto ciò? O non sarebbe forse più saggio considerare la nostra sostanziale infinita ignoranza nella determinazione del tutto, e, quindi, il conseguente handicap epistemologico: possiamo osservare e tradurre in formule, ciò non significa affatto che ciò che osserviamo sia senza dubbio vero; significa solamente che, occamianamente, dicevo prima, ci siamo soffermati su una variabile tenendo ferme le altre. Valori propri come quelli delle costanti hanno ragion d'essere perché noi li abbiamo posti, la natura, io credo, al contrario di noi non si è posta il problema. O, in alternativa, dovrei considerare di lodare Hegel.
Nel libro che sto leggendo al momento (il titolo è sotto al mio avatar) viene illustrato come il cervello umano sia impostato in modo da ricercare e trovare pattern e rapporti di causa-effetto dove questi non esistono. L'autore la definsce "l'illusione della causa"
Allargando il concetto si è portati alla perenne ricerca di un disegno in cui tout se tient e molti vogliono vedere nella matematica la chiave di lettura di questo disegno.
PS. Per la prima volta non mi trovo d'accordo con il caro Sir :wink:
Il problema di voi umani è che non contemplate altra ragione che quella umana
.
Interessante!Ci terrai aggiornati sulla tua lettura attuale?
Ho una lista interminabile di libri da comprare,ma questo me lo segno...
grazie!
Nel libro che sto leggendo al momento (il titolo è sotto al mio avatar) viene illustrato come il cervello umano sia impostato in modo da ricercare e trovare pattern e rapporti di causa-effetto dove questi non esistono. L'autore la definsce "l'illusione della causa"
Allargando il concetto si è portati alla perenne ricerca di un disegno in cui tout se tient e molti vogliono vedere nella matematica la chiave di lettura di questo disegno.
asiul ha scritto:Dory, la tua certezza mi sorprende. Cosa resta da sapere se già sappiamo tutto.
La ragione conosce attraverso la matematica.Quest'ultima è un suo strumento.Non siamo forse noi a dare risposta alle nostre domande usando la matematica?
Messa così sarebbe come paragonare la Matematica ad un Oracolo.
Potresti spiegere meglio quanto affermi?
Faccio un esempio: quando due persone si incontrano per conoscersi meglio hanno bisogno di parlare utilizzando parole per raccontarsi, dire i loro gusti, cosa fanno nella vita etc., mentre se io voglio conoscere un fiore mi basta osservarlo, lui è tutto lì, non ha bisogno di utilizzare parole per dirci chi è. Parafrasando un grande uomo del passato "la rosa spanderebbe il suo profumo anche se non si chiamasse rosa", o qualcosa del genere...
Se il mondo sia fatto di numeri, (http://www.veglienews.it/images/lettere/logo_matematica.gif) come il tempo del resto (http://static.blogo.it/happyblog/orologiomatematica.jpg) è questione ampiamente dibattuta nei secoli.
Molti illustri pensatori hanno detto la loro in passato, come molte altre cose dipende da come le si vede, dal punto di vista con cui la questione viene guardata(http://www.rivelazioni.com/persone/odifreddi/vignetta_ambi.jpg).
Dirimere la complessa vicenda è cosa complicata assai. Possiamo pensare di servirci, anche qui, della matematica almeno per individuare quale sia il problema, metterlo a fuoco. Non per altro, ma almeno le dimostrazioni sono le uniche verità che non possiamo mettere in discussione, le uniche certezze (http://www.homo-novus.biz/wp-content/gallery/varie/punto_interrogativo.jpg ) che abbiamo.
Interessante notare, come talvolta accade, che alla ricerca della radice di un problema particolare spesso si giunge a dimostrare verità più generali, nel caso di specie la causa di tutti i problemi ([URL]http://www.nardonardo.it/foto-divertenti/foto-divertenti/donna-matematica.jpg).
Almeno[/URL] così sappiamo di chi è la colpa. :YY
Oddio, la cosa era evidente di per sé e non è che ci volesse dimostrazione, ma il conforto algebrico consola un po’: averne la certezza dimostrata aiuta a farsene una ragione :YY
...pensare alla matematica come precedente all'uomo è nulla di più che un atto di fede, vero e proprio misticismo: stiamo dicendo che una Mente ordina l'universo attraverso i suoi dettami, prontamente formalizzati esattamente come una mente umana li concepirebbe. Noi pensiamo come Dio, ma, cosa ancora più sconvolgente: Dio pensa come noi.
...pertanto terrei da parte le divinizzazioni razionali, gli idealismi, e la professione dogmatica della scienza.
(...) la consapevolezza che l'uomo non è il centro dell'universo e che l'universo va avanti da sé anche senza che nessuno, l'uomo, Dio o Zeus, gli prescriva una legge gravitazionale.